Parlerò dentro te 2018
Questo caleidoscopico album, fatto di pezzetti di vetro colorati e movimento continuo, racconta una storia: la mia storia musicale. Le canzoni che ho ascoltato mi hanno attraversato, lasciandosi filtrare ed ispirando il mio modo di scrivere e fare musica. Così è sempre stato, ma questo album nasce proprio per mettere a fuoco questo processo, naturale come quando la musica ci prende e ci porta via. A strattoni o cullandoti fino al bordo della consapevolezza.
Alcune canzoni affondano le mani nell'acqua lucida e profumata degli anni Sessanta...il tempo dei "complessi" beat e delle cover in italiano dei successi stranieri...anni sfacciati e bellissimi, sfumati nel pop/rock degli anni '70, quando le improvvisazioni strumentali ti trascinavano in viaggi e fantasie psichedeliche, senza punti di riferimento stabili, un po' a testa in giù e con i capelli lunghi spettinati.
Poi sentirai canzoni che ti accompagnano nel colorato mondo flower power, imbevuto di visioni e sogni ad occhi aperti, come in una nuvola di fumo che porta lontano, traghettandoci fino alla fine degli anni '70, quelli della meditazione, della filosofia che viaggia su binari non più paralleli, ma divergenti. Canzoni disposte a vortice, ricche di incubazioni elettroniche, che provengono dritte dall'immaginario della teutonica schiera di fieri esploratori stellari: l'ho sentito tutto lo sperimentalismo degli anni 80 ed i suoi rivolgimento nell'electro, che fanno ballare ed io sì che ho ballato!
Zoppica sorridendo un sincopato ritmo cyborg-reggae: ricorda le ispirazioni pseudo giamaicane di altri artisti, che hanno come dragato quel tipo di essenza. Ma questo è il mio disco ed io d'un balzo torno al tempo dei cantautori, vado a raccontare storie e poesie di uomini e cose. Posso fare quello che voglio. E' il disco mio. E anche tuo.
Andrea Tich: voci/chitarre
Claudio Panarello: batterie/percussioni/electronics
Francesco Lombardo: basso elettrico
Daniele Cavallanti: sax tenore (04-10)
Salvo Tempio: sax tenore (06-09)
Nuccio Garilli: sax soprano (06)
Agostino Macor: moog synthesizer (02)
Diego Pascal Panarello - marranzani (11)
Fabio Zuffanti: basso elettrico (06)
Giovanni Di Mauro: violino elettrico (06)
Sonia Mazziotta: voce (07-09)
Piergiorgio Pardo: voce (06)
Ruben Camillas: voce soprano (11)
Zagor Camillas: procacciatore d'intenti
Zadi Haras: percussioni (08-11)
TITOLI:
01 - dichiarato 04:40
02 - otto comandamenti 03:43
03 - sulle cose 04:42
04 - la mia pace la tua guerra 06:32
05 - i sensi 04:33
06 - psichedelicapire 05:43
07 - più vero di me 03:52
08 - parlerò dentro te 05:15
09 - dove vai senza me 05:07
10 - denti smaglianti 03:35
11 - eclisse 07:50
Acquistabile nella sezione Bazar
Hanno scritto:
BLOWUP. "un lavoro trasversale che potrebbe anche essere stato concepito da un artista indie"
Quando nel 2014 pubblicò "una cometa di sangue", il secondo dei suoi album marchiati Snowdonia, Andrea Tich dichiarò con una certa fierezza di appartenere "alla resistenza della musica non allineata". In realtà il suo arruolamento nella schiera degli eretici del pop risaliva a molto prima, a quel 1978 in cui con "Masturbati" - prodotto da Claudio Rocchi e marchiato dalla mai abbastanza lodata Cramps - inaugurò una discografia episodica, frastagliata e per forza di cose poco visibile, della quale "Parlerò dentro te" è appena il quinto capitolo lungo. L'idea di fondo, evidenziata nel sottotitolo "Come ho vissuto la musica negli anni attraverso il mio modo di fare musica", è quella della memoria, della rimembranza, della rievocazione, sviluppata con uno stile eclettico che abbraccia rock, pop, psichedelia, elettronica e scampoli di più o meno ogni altra cosa, corredato di testi di spessore; a dispetto della vivacità stilistica, tutto però si svolge nel campo della canzone d'autore, lungo un asse ideale che tocca Faust'O, Rocchi, Camerini, Battiato, Camisasca, il primo Sorrenti, Cattaneo. L'ispirazione e la voglia non mancano e il clima sonoro di gusto '70/'80 non scade nelle sterili nostalgie, facendo di "Parlerò dentro te" un lavoro trasversale che potrebbe anche essere stato concepito da un artista indie - di quelli talentuosi, va da se - dei nostri giorni; un coerente seguito del monumentale "Una cometa di sangue", benchè con un respiro generale appena più "pop".
Federico Guglielmi
ROCKOL "il punto di forza è la personalità e il carisma di Tich"
"Parlerò dentro di te" è presentato come una colonna sonora senza film, e già qualcosa di insolito c'è. Insolito per non dire strano, anche se forse l'aggettivo più adatto per descrivere Andrea Tich è proprio strano. Strano come le sue strane canzoni, che sembrano canzoni ma sono qualcosa di più, racconti sui generis di una persona, un'artista che vive appunto la sua arte come canale d'espressione di uno modo di essere parallelo. Ma parallelo a cosa? A tutto, direi. A noi, alla musica di oggi e alle sue dinamiche più ovvie; al mercato. Andrea Tich ha esordito nel 1978, quarant'anni fa, con "Masturbati", un disco che se anche vi impegnate, difficilmente riuscirete a recuperare. Un disco di cantautorato psichedelico quando fare psichedelia poteva avere ancora un senso costruttivo. A quel disco ne seguono alcuni altri, non tantissimi a dire il vero; piuttosto colonne sonore, non a caso.
Il lavoro come compositore per le immagini porta quindi Tich a sviluppare un songwriting sempre più narrativo: ascolti i suoi pezzi e ci vedi letteralmente qualcosa. Il suo percorso lo vede nel 2010 pubblicare un nuovo album, "Siamo nati vegetali", seguito nel 2014 da "Una cometa di sangue" e oggi da questo nuovo "Parlerò dentro di te", undici pezzi registrati e prodotti con l'amico e collaboratore di lunga data Claudio Panarello tra l'autunno 2017 e la primavera 2018, pubblicato su I Dischi di Plastica, label dei Camillas. A tal proposito, Tich afferma: "Tra di noi è nato un amore incredibile, perché ci siamo trovati nell'essere tutti strani"
Quello che conta è partire, lasciarsi andare, per poi improvvisare senza preoccuparsi della destinazione.
Ecco, questo è Andrea Tich: un artista senza regole e "Parlerò dentro di te" riflette quindi questo suo modo di essere, presentandosi come un compendio di generi completamente diversi, dal pop alla psichedelia al prog. Generi che hanno influenzato da sempre il mondo del cantautorato e che Tich sa perfettamente come maneggiare. Per capirci, ascoltando "Parlerò dentro di te" si sente profumo di Battiato tanto quanto dei Bluvertigo, di De André e della PFM.
Questo caleidoscopico album, fatto di pezzetti di vetro colorati e movimento continuo, racconta una storia: la mia storia musicale. Le canzoni che ho ascoltato mi hanno attraversato, lasciandosi filtrare ed ispirando il mio modo di scrivere e fare musica. Così è sempre stato, ma questo album nasce proprio per mettere a fuoco questo processo, naturale come quando la musica ci prende e ci porta via. A strattoni o cullandoti fino al bordo della consapevolezza. (...) Ma questo è il mio disco ed io d'un balzo torno al tempo dei cantautori, vado a raccontare storie e poesie di uomini e cose. Posso fare quello che voglio. E' il disco mio. E anche tuo.
Personalmente ho trovato "Parlerò dentro di te" un disco alla vecchia maniera. E prendiamolo come un complimento: un disco fatto per bene come mio padre potrebbe intendere il concetto di fatto per bene. Un disco perfettamente prodotto e registrato, con un'idea solida e ben chiara alla base nonostante l'intenzione sperimentale e la voglia intatta di non scendere mai a compromessi, di stare alle regole. Quello che funziona maggiormente però, il punto di forza del disco, è paradossalmente quello che non si vede e non si sente ma che incide profondamente sull'esperienza del disco stesso. Il punto di forza è la personalità, il carisma di Tich, uno che da anni fa quello che fa senza pensare troppo alle conseguenze ma lavorando, creando, componendo perché ne sente il bisogno. Del resto Andrea Tich & Le Strane Canzoni è un progettO... nato in studio, una factory sonora dove sperimento con il collaboratore di sempre Claudio Panarello e un gruppo di amici uniti dalla passione per la musica senza compromessi. Ecco, tutto questo nel disco si sente, eccome. Si sente nel pop di "Otto comandamenti", negli echi seventies di "La mia pace, la tua guerra", nel prog dichiarato di "Psichelelicapire", pezzo che Elio e compagni apprezzeranno senza ombra di dubbio. Si sente nella ballad "Più vero di me" e nelle dilatazioni sperimentali di "Denti smaglianti", con quel sax che anche da solo potrebbe già raccontare una storia. E si sente nei quasi otto minuti della conclusiva "Eclisse", compendio di sperimentazione pura e senza barriere. Sperimentazione che poi… per come la vedo io, fare musica significa provare, cambiare, scoprire e raccontare posti dove nessuno è ancora stato. Forse allora queste non sono così strane come canzoni. Forse è tutto il resto ad avere qualche problema.
Marco Jeannin
BUSCADERO "eccellenti musicisti che sanno supportare Tich nel suo percorso preciso, ma sempre spiazzante"
Andrea Tich è un cantautore atipico, sulla scena da 40 anni, quando pubblicò lo shockante Masturbati, prodotto da Claudio Rocchi per la benemerita Cramps. Questo Parlerò dentro te, che segna il suo ritorno discografico a cinque anni di distanza dal suo precedente Una cometa di sangue, è un sontuoso contenitore di idee musicali raccolte durante un lungo cammino artistico. Andrea Tich ci fa passare attraverso il beat Italiano, il "kraut-rock", il flower power, la new -wave, il cantautorato italiano da Paoli a Zero. Il suo è davvero un viaggio attraverso il nostro mondo musicale degli ultimi 40 anni, ma Tich non ci fa viaggiare dentro, ma fuori/oltre le righe, sia nei testi che nella musica che è solo apparentemente "leggera", ma che in realtà impegna l'ascoltatore a seguire i suoi percorsi, mai astrusi e fine a se stessi, ma intelligenti e premianti che alla fine ci donano una suite di 8 minuti Eclisse che, come tutto il disco contiene:" ...frammenti di vetro colorato e movimento continuo per raccontare una storia". La sua storia musicale che esce dai solchi del disco: magmatica, psichedelica (Psichedelicapire), passionale (I sensi), raffinata, colta, piena di suoni anche elettronici, sia algidi che caldi, di sentimenti (Dove vai senza me, Più vero di me), brani suonati da una schiera di eccellenti musicisti che sanno supportare Tich nel suo percorso preciso, ma sempre spiazzante… proprio come la vita.
Andrea Trevaini