Milano città nella città 1991

Abbiamo voluto parlare in musica di Milano. Forse perchè è invivibile, inquinata, difficile. Ma forse anche perchè tutti non fanno che ripeterlo. Aggiungendo, immancabilmente, che se ne vogliono andare. Noi restiamo. Non è però lo spirito di contraddizione a muoverci. Questo portfolio di immagini musicali non è una serenata, piuttosto una dichiarazione d'amore-odio. Dei motivi d'odio parlano in molti: Quanto all'amore, alla simpatia, possiamo dire che Milano non offre solo opportunità, ma anche sorprese. Piccole illuminazioni che giungono all'improvviso, in molti modi: alzando gli occhi a una targa su un muro mai guardato prima, arrivando in anticipo, per una volta, a un appuntamento, ascoltando le voci sempre più cosmopolite di questo paesone che studia da metropoli. Sono nati così questi appunti di colonna sonora per una città parziale, in soggettiva: haiku musicali per una mappa invisibile fatta di attimi.
Tutta la musica contenuta è stata composta, eseguita, arrangiata, registrata e prodotta da Maurizio Marsico e Andrea Tich.

TITOLI
01 - CITTA' NELLA CITTA'
02 - STAZIONE CENTRALE
03 - PARCO SEMPIONE
04 - TANGENZIALE EST
05 - MANBO KING (VIA BRAMANTE)
06 - CHINA SNACK BAR
07 - TANGENZIALE OVEST
08 - STAZIONE NORD
09 - MUSEO DI STORIA NATURALE (NEI GIARDINI DI PORTA VENEZIA)
10 - PLANETARIO
11 - FIERA CAMPONARIA
12 - PINACOTECA DI BRERA
13 - BOLERO IN PIAZZA GRAMSCI
14 -TARGHE PARI - TARGHE DISPARI
15 - SOLI
16 - VIA FERRANTE APORTI
17 - SANTA MARIA DELLE GRAZIE
18 - CITTA' NELLA CITTA' (RIPRESA)

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Hanno scritto:

LA REPUBBLICA  "Un'alchimia di musica acustica ed elettronica"
Una colonna sonora per un film mai nato. "Non è vero - si ribellano - il film non è mai nato, ma la storia, la realtà è quella di tutti igiorni in città". In sei mesi di lavoro saltuario, peregrinazioni notturne, illuminazioni diurne e lunghe sedute in sala (anzi in camera ) di registrazione, Maurizio Marsico e Andrea Tich hanno dato vita a Milano, una colonna sonora , appunto sulla vita metropolitana. Anche a loro riesce difficile dare un'etichetta al proprio lavoro. Vanno a tentativi: "un album di musica strumentale", "un ritratto musicaleagrodolce", "appunti di viaggio", "una pseudo opera", e ancora "testimonianze sonore", "fotografie sonore", "tappezzeria sonora.
Le strade di Tich e Marsico.
Marsico ha trentun anni, è nato a Milano, vive a Milano (zona Garibaldi), lavora a Milano (di professione fa il musicista). Tich è siciliano di nascita ma con i genitori tedesco/ungheresi, a Milano vive da una decina d'anni (via Lomazzo), il suo esordio come cantante e musicista risale agli anni Settanta con l'album provocatoriamente intitolato "masturbati" (imperativo) e pubblicato dalla rivoluzionaria Cramps. Perchè Milano? "perchè Milano non è bella ne seducente, ne esotica - spiega Tich - è soltanto il prototipo della città di oggi, dove anche in una molecola sembra esserci la sintesi del mondo. E' insomma tanti mondi e tanti modi diversi da vivere". "Vede - sospira Marsico - io non credo più ai viaggi avventurosi alla ricerca e alla scoperta dei misteri. Credo invece che l'avventura possa capitare sotto casa, e anzi, che non ci sia nulla di più misterioso di quello che si vive nell'appartamento del vicino".Ed ecco che Milano non è più quella del "sapessi com'è strano sentirsi innamorato", nè quella della mala o delle scarpe da tennis. Non è neppure interpretata, come si potrebbe essere tentati di fare, in chiave "ambiente" o "new age". E' invece una Milano fatta a pezzi (diciotto), per l'esattezza) e resuscitata a tempo di jazz e rock, fusion e melodia italiana, classica e neoclassica, mambo (in onore del suo re Perez Prado, vissuto in via Bramante: chi lo sapeva?) e bolero (in piazza Gramsci, alle prime luci dell'alba, quando la città si risveglia). "Un'alchimia di musica acustica ed elettronica", dice Marsico, "comprese le tablas e altre percussioni indiane in Stazione Centrale,la nostraporta verso l'Oriente, e gli schakuaki giapponesi, strumenti a fiato per China Snack Bar di via Rosmini". Ci sono luoghi: Tangenziale Est e Tangenziale ovest, o Pinacoteca di Brera, volutamente brevissimo - 53 secondi - perchè quasi sempre chiusa, e poi Stazione Nord, con un basso pulsante e trombe squillanti, a rappresentare l'arrivo dei pendolari il lunedi mattina. E ci sono fatti: Targhe pari - targhe dispari, con tante piste di batteria elettronica sovrapposte, respiri affannosi e clacson. "Questa Milano è il classico esempio di disco-house, cioè di un'opera realizzata a livello prfessionale, anche se interamente in casa, spiega Tich. E Marsico: "senza sponsor, nè politici. Senza nostalgie di stampo leghista. Senza la volontà di farne una cartolina o l'immagine di una rivista patinata o qualcosa da bere". Il CD non ha una distribuzione capillare, ma mirata e destinata ai punti-chiave. Da Charles Mingus a Frank Zappa e Brian Eno - se la ridono Marsico e Tich - tutti i grandi si sono autoprodotti. Se vuoi fare quello che vuoi non c'è alternativa. Ci deve essere un sottile legame che unisce Milano al jazz. Forse il Naviglio, con i suoi locali fumosi e affollati e quell'acqua che non si ferma mai. Forse il ritmo della metropoli, acceso, vibrante, sincopato, imprevedibile, qualche volta libero e starnazzante. O forse quest'atmosfera allo stesso, incredibilmente provinciale e internazionale, misera e lussuosa, nostalgica e pimpante. La verità è che Milano ha con il jazz un rapporto lungo e ricco, addirittura felice.
MARCO PASTONESI

CORRIERE DELLA SERA "I suoni per noi sono un pò come i colori per un pittore"
L'accoppiata è sicuramente inedita: mittelpartenopea. Ma Andrea Tich (il papà Ungherese) e Maurizio Marsico (genitori Napoletani veraci) si sentono milanesi. Tanto che, assieme hanno inciso un CD intitolato "Milano città nella città" in cui raccontano il proprio modo di sentire, amare e odiare la formicolante metropoli, proverbialmente impermeabile a qualsiasi "douceur". Chi ci ha provato in precedenza ha constatato che, da queste parti, un innamoramento può essere fonte di stupore. Ma il duo, proveniente dalla musica per la pubblicità (si sono conosciuti nell'84 componendo il jingle delle caramelle Sperlari), giura e stragiura che Milano, malgrado tutto, ha un cuore che vale la pena di essere ascoltato. "Abbiamo voluto - dicono entrambi - parlare in musica di Milano. Forse perchè è inquinata e difficile. Ma forse anche perchè tutti non fanno altro che ripeterlo. Aggiungendo che se ne vogliono andare, noi restiamo". Per più di un mese si sono rinchiusi in uno studio di via Paolo Sarpi da dove uscivano solo per rapide sortite nei ristoranti della zona ("è così che ci è venuta l'idea di comporre China Snack Bar", con la sua musica cosmopolita"). Il disco ("...un portfolio di immagini in note") non sarà destinato a sconvolgere la hit parade.
E non ci sarà ressa ai juke box per sentire brani come "Tangenziale est", "Parco Sempione", "Bolero in Piazza Gramsci", "Pinacoteca di Brera" ("...visto che spesso è chusa il pezzo dura 50 secondi"). Ecco il ritmare oppressivo della batteria di "Targhe pari, targhe dispari" e l'uso del tamburo indiano per descrivere la confusione da bazar orientale in "Stazione Centrale". "I suoni per noi sono un pò come i colori per un pittore; ce ne siamo serviti per tracciare una mappa di luoghi e cose". Su Milano hanno le idee chiare. La odiano perchè a volte è avara. "Quanto all'amore, alla simpatia, possiamo dire che Milano non offre solo opportunità, ma anche sorprese, piccole illuminazioni improvvise".
VINCENZO PODDA

IL GIORNO  "E' un diario di viaggio, con tante piccole scene raccontate e illustrate in musica"
"Noi Restiamo". In una MIlano dalla quale vorrebbero andarsene tutti ci sono persone intenzionate a non cedere e a dedicare addirittura un disco alla metropoli tanto contestata. E' il caso di Maurizio Marsico e Andrea Tich che hanno registrato un CD intitolato "Milano, città nella" città". Il disco contiene 18 brani musicali, dedicati ad altrettante realtà urbane: "Targhe pari - targhe dispari"; "Stazione Centrale"; "Bolero in piazza Gramsci"; "Via Ferrante Aporti" e così via. C'è di più. Nella prefazione dell'opera gli autori sostengono che Milano "non offre solo opportunità ma anche sorprese piccole: illuminazioni che giungono all'improvviso in molti modi, magari ascoltando le voci sempre più cosmopolite di questo paesone che studia da metropoli". Voglia di andare controcorrente? Spirito di contraddizione? Snobismo? "Niente affatto - replica Marsico - il nostro disco è una dichiarazione di odio/amore per questa città con la differenza che la gente tende solo a parlare degli aspetti odiosi, omettendo - per così dire - quelli amabili". Ma cosa c'è di "amabile" in questa città? "Non certo Il Duomo o la Milano da bere", si affretta a puntualizzare Tich. Semmai - aggiunge Marsico - dettagli, momenti di vita, sensazioni. Certo è tutta una questione personale. Così come individualista è l'interpretazione che abbiamo dato di Milano nel nostro lavoro. Del resto non volevamo produrre un documento o un manifesto.
Ci interessava soltanto raccontare Milano come l'abbiamo vista in certi momenti. Risultato: l'attualità più o meno problematica affiora in alcuni brani ma in maniera marginale, come in "Pinacoteca di Brera" che dura 53 secondi, per sottile polemica con la chiusura cronica della struttura o in "Targhe pari-targhe dispari", caratterizzato da un ritmo ossessivo che ben rappresenta la concitazione del traffico meneghino. In certi motivi tipo "Stazione Centrale" ci sono addirittura suoni registrati in presa diretta, per le vie della città "fotografando" col registratore. Ma - sottolinea Tich - non abbiamo mai avuto intenzione di produrre un opera impegnata socialmente. Come definire allora questo atipico lavoro? "E' un diario di viaggio, simile a quello degli esploratori ottocenteschi, con tante piccole scene raccontate e illustrate in musica - conclude Marsico. Perchè, forse, prima di cercarle lontano, dovremmo scoprire tante cose quì intorno a noi dove viviamo tutti i giorni". In una Milano che per l'appunto "suona" come città nella città.
Gianluca Lo Vetro